Varese,chiede cure solo casa:ok giudice
Niente ricovero in ospedale, neanche in caso di necessità. Soltanto cure casalinghe. Questa è stata la volontà espressa da una donna settantenne di Varese. E il tribunale ha detto sì alla sua richiesta, avallando di fatto, in questo caso, il diritto di non farsi curare. La donna è stata colpita in passato da un ictus e teme che un secondo ictus le tolga la facoltà di intendere e di volere.
La donna può nominare un amico di famiglia a proprio tutore: questa persona curerà i suoi interessi se diventerà incapace di itendere e di volere e potrà fermare eventuali ricoveri in ospedali o accanimenti terapeutici.
"Ho avuto un ictus tempo fa - dice la donna - e temo che possa venirmi di nuovo, cosicché rimarrei incapace di intendere e di volere". Ecco dunque la decisione di nominare un tutore che garantisca il rispetto delle sue volontà. La donna dichiara di voler rimanere viva finché possibile, perché è cattolica, ma soltanto a casa sua.
Il giudice prima ha accertato che la donna oggi è in grado di intendere e di volere e poi ha emesso il decreto accogliendo la richiesta. Ecco la motivazione, destinata a far discutere. "Il nuovo trend giurisprudenziale sconfessa, in via definitiva, la concezione paternalistica della scienza poiché vengono ad essere rivisitata le fondamenta su cui poggiava il rapporto tra medico e paziente. La persona, e non più la vita, diventa il perno attorno a cui ruota la medicina".
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